
MA COS’E’ QUESTA CRISI/3
CAMBIAMENTI? SOLO PER AMORE
Nadia Angelucci
Conversazione tra crisi, decrescita e pensiero femminile con Daniela Degan, Rete Lilluput-Nodo di Roma e promotrice del Laboratorio Itinerante per la decrescita.
La qualità di vita di un individuo passa anche attraverso la possibilità di fare una pausa pranzo degna di questo nome. Daniela Degan lo sa benissimo e quindi ci incontriamo a casa sua, dove, davanti a prodotti freschi del territorio, facciamo una chiacchierata sulla crisi economica e sul progetto sociale e politico alternativo alla società della crescita.
“Spiegarti cosa intendiamo per decrescita non è semplice perché non parliamo di un modello economico in senso classico. Non da soluzioni valide per tutti in ogni luogo. Cerca invece di offrire degli strumenti e di trasmettere stili di vita che non sono omologati ma creati dai territori e dalle comunità. Propone un punto di vista che ritiene fondamentale riappropriarsi dello spazio e del tempo di ciascuna e ciascuno che viene valorizzato e qualificato. Rappresenta una ricerca, ‘un’utopia concreta e necessaria’.”
La decrescita, quindi, non vuole essere una soluzione alla crisi economica ma piuttosto una ipotesi per promuovere un tentativo creativo di rompere la retorica della crescita economica senza limiti verso un supposto sviluppo i cui risultati, in termini di distruzione ambientale, cambiamento climatico, accumulazione dei rifiuti sono sotto gli occhi di tutti. “L’ansia sviluppista degli ultimi decenni ha lasciato indietro l’ascolto dei bisogni primari e necessari, delle tecniche e dei saperi tradizionali, la capacità di decidere nella libertà l’uso delle risorse. E un numero sempre crescente di persone si ritiene insoddisfatto della propria qualità di vita e della corsa alla crescita infinita a cui sembriamo condannati – continua Daniela -. Non basta più calcolare il PIL – Prodotto Interno Lordo – che è solo sinonimo di crescita economica e non riflette assolutamente l’interezza della persona. Bisogna tornare ad un principio di benessere e quindi basarsi sul proprio BIL - Benessere Interno Lordo -. Il mio si fonda su tre indicatori: il tempo sottratto alle "molte cose da fare" perché deciso di vivere con profondità, tra i sorrisi dei bambini, i dolci pensieri delle amiche e l'aria selvaggia della natura; tutti i sogni, le immagini, le creazioni dell'ingegno, dell'arte, della terra, delle tessiture di reti, i giochi delle molte donne sibille che abitano ancora i boschi fatati; la valorizzazione dell'ascolto attivo, empatico e amicale quale stimolo del vivere ed agire la nonviolenza a favore di un mondo colorato di pace.”

La crisi diventa quindi solo una interruzione della ossessione del consumare illimitato e quindi una occasione preziosa (di portata storica, direi, vista la necessità urgente di salvare il pianeta dall’uso smisurato delle risorse naturali) per reintrodurre una visione al femminile nei tanti modelli di evoluzione pacifica (non di ripresa dello sviluppo che macina la natura invece di osservarla e goderla) che dobbiamo, come genere umano, ricreare e reintrodurre al posto della “megamacchina”, se vogliamo salvare quel che resta dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione. Come dice Serge Latouche, ‘Sarà per amore o non sarà’.”
degadan@hotmail.com
nella prima foto: orti urbani a Bologna - lungo Savena, tra S. Ruffillo e la Ponticella
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